16/11/2006

Lynchipit

Il Progetto Lettere a Babele nasce nel giugno 2006 da un'idea della Frà (che sarei io) persa in terra di francia a condividere la propria esperienza con un'insopportabile coinquilina che la costringe a barricarsi nella propria stanza al riparo dalla sua voce petulante e dalla sua ingombrante quarta di reggiseno. All'inizio l'idea è soltanto un'idea, quella di personaggi che scrivono lettere per liberarsi delle loro storie, che nasce dalla mia consolidata abitudine di conservare nel cassetto della scrivania almeno una cinquantina di buste mai spedite. Dentro quelle buste, pezzi di storia, confessioni, chiarimenti, rimpianti, incazzature.
Difficile comunicare oggi, pur avendo a disposizione sistemi di comunicazioni assolutamente diabolici.
Paradossale.
Al suo rientro in terra d'italia la Frà (che sarei io) richiama a raccolta le sue amiche più più perchè vuole lavorare con loro a un progetto, uno qualsiasi, fare qualcosa di bello per il gusto di farlo. Ci vuole un'idea. E da che mondo è mondo, riciclarne una avuta mesi prima è sempre un buon metodo. Ci si ritrova al tavolo di un bar, con aperitivi multicolor e multianeddoti delle vacanze da raccontarsi. Bruna ci narra delle sue disavventure da villaggio turistico, Ogu racconta della sua estate pazzariella in mezzo ai monti, la Nico sfoggia un'abbronzatura da paiura, Micol descrive i sobborghi madrileni con tanto di particolari pulp e trash.
Ma siamo d'accordo.
Si parte, ci si prova, ci si butta.
L'entusiasmo è alle stelle: "Friggo come un uovo all'occhio di bue al sol pensiero di leggere il prossimo monologo" (Augusta, 8 ottobre 2006), "Viva le mie sorelle Paillettes, viva Malgioglio" (Micol 7 settembre 2006), "Mi hanno tolto il dente del giudizio e non sono andata alla Siae perchè non riuscivo a parlare" (Nicoletta, ottobre 2006), "Cerchiamo di non fare figure di merda!" (Bruna ottobre 2007).
Le prove iniziano.
Si parte.

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