Lunedì 27 novembre
condizioni metereologiche: nebbia/grigio/pioggerellina fetida
condizioni psicologiche paillettes: fuoco alle terga
Dopo esserci accorte che mancava meno di un mese al nostro spettacolo, ci siamo improvvisamente trasformate in efficenti donne manager dello spettacolo. Alle ore sette, tutte incredibilmente puntuali ci presentiamo alle officine cariche di oggetti inconsueti (lenzuola, gomitoli di lana, un triangolo...) e di adrenalina. Ci diamo da fare a sistemare un po' di scenografia, saremo molto-mooolto minimalchic, e insistiamo sul dialogo di Augu/Bru che apre lo spettacolo e che sarà quindi quello che farà decidere alla gente se restare, lanciarci delle bottiglie di birra come nei Blues Brothers o andare a casa. Scopriamo di poter avere addirittura un tecnico luci, che fa sempre figo avere un tecnico luci (grazie Simo).
Le risate non mancano mai, nè i momenti di pura ilarità, soprattutto quando Laura mette in pratica i suoi momenti di teatro-verità. Dopo quasi due ore di prove sono le sette e abbiamo fame. Sfatiamo quindi subito il mito delle attrici che non mangiano mai durante le loro performance. Ovvero, dovrebbe essere così ma la fame è tanta e le piadine e i panini di stefano costituiscono una tentazione irrinunciabile. Dopo cena recupero Pier, il nostro cammeo maschile che presterà voce e corpo a Lettere a Babele (e a chiunque resti ammaliato dalle sue doti attoriali). Si unisce a noi il Simo tecnico audio/video, perchè c'abbiamo anche gli audiovideo noi, mica siamo una compagnia di belle senz'anima. E' la volta della prima prova generale.
Siamo stanche e tramortite ma anche soddisfatte. Sembra uno spettacolo "vero" e sembra possibile sistemare tutto prima del 21.
Incrociamo le dita
26/11/2006
.::Bruna::.
My name is Bruna. Sono sarda come Elisabetta Canalis, laureanda in Psicologia del Lavoro e dell'Organizzazione a Torino e attualmente impegnata con il servizio civile all'Informagiovani di Vercelli. Insomma una ragazza annoiata e sedentaria. Nel corso dei miei pellegrinaggi giovanili frequento il Liceo Artistico con l'Augu con cui condivido anche le prime esperienze teatrali.
Con le altre ci si incontra in giro, perchè del resto Vercelli non è mica New York.
Da settembre a questa parte sono stata coinvolta dal progetto Paillettes che spero andrà in porto nel migliore dei modi.
Altrimenti mi tocca espatriare.
Con le altre ci si incontra in giro, perchè del resto Vercelli non è mica New York.
Da settembre a questa parte sono stata coinvolta dal progetto Paillettes che spero andrà in porto nel migliore dei modi.
Altrimenti mi tocca espatriare.
.::frà:..
Di nome Francesca ma mi si chiama per intero solo quando ho fatto qualcosa che non va. Altrimenti sono frà, tre frizzanti letterine che ben descrivono il mio carattere di ariete di sfondamento, generosa, propensa alle travi in piena fronte ma sempre piena di entusiasmo quando si tratta di fare qualcosa di nuovo e divertente. Dopo aver frequentato il Liceo Scientifico (ma per me gli integrali resteranno sempre dei grissini), ho pigghiato una laurea in filosofia (triennale nè). Nei miei 23 anni di vita ho già fatto pressoché di tutto, dalla stagista in un consolato, alla prezzatrice di jeans, dall'animatrice estiva a babbo natale. Lettere a Babele è il gomitolo che mi si è impigliato nelle zampe al momento.
.::Michi::.
Nasco a Vercelli nel 1985, l'anno in cui i Fratelli Righeira spopolano con la loro hit “L'estate sta finendo” e Ramazzotti è ancora un personaggio famoso e non il marito di Michelle Hunziker. Frequento con coraggio e caparbietà l'Istituto Rosa Stampa dove imparo a masticare un po' di lingue straniere e vivo la mia condizione di adolescente vercellese.
La mia grande passione è il cinema, da sempre. Scrivo sceneggiature, collaboro come aiuto regista, faccio cose, vedo gente. Nel tempo libero frequento il Corso in Linguaggi dei Media con Specializzazione in Cinema, Teatro ed Eventi Culturali cercando di capire di cosa si tratti. Dopo alcune gioviali e simpatiche esperienze di lavoro che accomunano il nostro percorso di gggiovani, mi ritrovo nel settembre 2006 a dare il mio assenso a questo pazzo progetto pseudo-teatrale.
Tra i miei progetti futuri c'è quello di reincarnarmi e sposare Vincent Cassel, anche se in fondo la Monica Bellucci non mi sta tanto antipatica.
La mia grande passione è il cinema, da sempre. Scrivo sceneggiature, collaboro come aiuto regista, faccio cose, vedo gente. Nel tempo libero frequento il Corso in Linguaggi dei Media con Specializzazione in Cinema, Teatro ed Eventi Culturali cercando di capire di cosa si tratti. Dopo alcune gioviali e simpatiche esperienze di lavoro che accomunano il nostro percorso di gggiovani, mi ritrovo nel settembre 2006 a dare il mio assenso a questo pazzo progetto pseudo-teatrale.
Tra i miei progetti futuri c'è quello di reincarnarmi e sposare Vincent Cassel, anche se in fondo la Monica Bellucci non mi sta tanto antipatica.
.::Nico::.
.::Laura::.
Io mi chiamo Laura Guidi.
Devo scrivere dieci righe in cui parlo di me per questo blog.
Vista la brevità dello spazio, ecco spiegata l’ampollosità del carattere di scrittura.
Prendo fiato…Faccio la maestra elementare e la studentessa di filosofia laureanda fuoricorso, volevo fare l’attrice, non ci sono riuscita ma recito, guarda il caso.
Sono nata in Calabria, terra strana in cui le cose spesso vengono lasciate a metà dai cristiani che ci vivono, il 22 Ottobre del 1981, a metà fra il segno della bilancia e quello dello scorpione. Forse questo giustifica il mio caos, se così non fosse è una meravigliosa e comoda spiegazione comunque.
Beati i popoli che non hanno bisogno di eroi, diceva Brecht…
Fine delle dieci righe. Inizio dell’undicesima.
.::Augusta::.
Mi chiamo Augusta e sono anche io una delle figlie dell’anno 1983. Comincio la mia carriera di artista all’età di tre anni dichiarando:“io non voglio andare a scuola voglio disegnare”(cfr. The Official Biography Of a Paillette, Brandizzo Editore), cresco con sani principi nella zona piu’ paludosa della mia città e cerco me stessa frequentando un Liceo Artistico che mi regala degli amici veri e qualche buon insegnamento. Ma il massimo della goduria lo provo frequentando la Royal Academy of Fine Arts in Turin, dove capisco che la scuola non serve a un granché, ma le persone con cui ti confronti sono quelle che ti insegnano di piu’; proprio insieme a una di loro inizio ad appassionarmi alla grafica,campando in aria un progettino grafico chiamato “Coolerie”.
Mi sto laureando in scenografia teatrale e ho cominciato da poco un’avventura con le marionette, e ho fatto delle piccole esperienze come sarta, costumista e scenografa per alcuni cortometraggi (God bless morphine!) e vorrei continuare…sempre che non mi finisca la morfina!!!
Quindi, come direbbe mia madre,”C’a Maronna m’accumpagne”.
16/11/2006
Lynchipit
Il Progetto Lettere a Babele nasce nel giugno 2006 da un'idea della Frà (che sarei io) persa in terra di francia a condividere la propria esperienza con un'insopportabile coinquilina che la costringe a barricarsi nella propria stanza al riparo dalla sua voce petulante e dalla sua ingombrante quarta di reggiseno. All'inizio l'idea è soltanto un'idea, quella di personaggi che scrivono lettere per liberarsi delle loro storie, che nasce dalla mia consolidata abitudine di conservare nel cassetto della scrivania almeno una cinquantina di buste mai spedite. Dentro quelle buste, pezzi di storia, confessioni, chiarimenti, rimpianti, incazzature.
Difficile comunicare oggi, pur avendo a disposizione sistemi di comunicazioni assolutamente diabolici.
Paradossale.
Al suo rientro in terra d'italia la Frà (che sarei io) richiama a raccolta le sue amiche più più perchè vuole lavorare con loro a un progetto, uno qualsiasi, fare qualcosa di bello per il gusto di farlo. Ci vuole un'idea. E da che mondo è mondo, riciclarne una avuta mesi prima è sempre un buon metodo. Ci si ritrova al tavolo di un bar, con aperitivi multicolor e multianeddoti delle vacanze da raccontarsi. Bruna ci narra delle sue disavventure da villaggio turistico, Ogu racconta della sua estate pazzariella in mezzo ai monti, la Nico sfoggia un'abbronzatura da paiura, Micol descrive i sobborghi madrileni con tanto di particolari pulp e trash.
Ma siamo d'accordo.
Si parte, ci si prova, ci si butta.
L'entusiasmo è alle stelle: "Friggo come un uovo all'occhio di bue al sol pensiero di leggere il prossimo monologo" (Augusta, 8 ottobre 2006), "Viva le mie sorelle Paillettes, viva Malgioglio" (Micol 7 settembre 2006), "Mi hanno tolto il dente del giudizio e non sono andata alla Siae perchè non riuscivo a parlare" (Nicoletta, ottobre 2006), "Cerchiamo di non fare figure di merda!" (Bruna ottobre 2007).
Le prove iniziano.
Si parte.
Difficile comunicare oggi, pur avendo a disposizione sistemi di comunicazioni assolutamente diabolici.
Paradossale.
Al suo rientro in terra d'italia la Frà (che sarei io) richiama a raccolta le sue amiche più più perchè vuole lavorare con loro a un progetto, uno qualsiasi, fare qualcosa di bello per il gusto di farlo. Ci vuole un'idea. E da che mondo è mondo, riciclarne una avuta mesi prima è sempre un buon metodo. Ci si ritrova al tavolo di un bar, con aperitivi multicolor e multianeddoti delle vacanze da raccontarsi. Bruna ci narra delle sue disavventure da villaggio turistico, Ogu racconta della sua estate pazzariella in mezzo ai monti, la Nico sfoggia un'abbronzatura da paiura, Micol descrive i sobborghi madrileni con tanto di particolari pulp e trash.
Ma siamo d'accordo.
Si parte, ci si prova, ci si butta.
L'entusiasmo è alle stelle: "Friggo come un uovo all'occhio di bue al sol pensiero di leggere il prossimo monologo" (Augusta, 8 ottobre 2006), "Viva le mie sorelle Paillettes, viva Malgioglio" (Micol 7 settembre 2006), "Mi hanno tolto il dente del giudizio e non sono andata alla Siae perchè non riuscivo a parlare" (Nicoletta, ottobre 2006), "Cerchiamo di non fare figure di merda!" (Bruna ottobre 2007).
Le prove iniziano.
Si parte.
4/11/2006
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